«Nei giorni scorsi noi socialisti democratici e riformisti siciliani abbiamo ricordato Salvatore Carnevale, con una cerimonia all’Assemblea regionale siciliana. Giustamente, è stato rilevato come molto spesso si sia cercato, in certe ricostruzioni recenti, di cancellare ogni riferimento alla militanza socialista di Salvatore Carnevale, Placido Rizzotto e altri nostri compagni martiri della lotta alla mafia. Proprio mentre lamentavamo siffatti tentativi di distorcere la storia, ho appreso una notizia che mi induce a rilevare un dato oggettivo. Dal 2012 Antonio Matasso, un docente universitario residente a Capo d’Orlando, ha promosso un Premio antimafia dedicato a Salvatore Carnevale. Grazie a lui, è stata intitolata al compagno Turiddu la sala consiliare di Galati Mamertino, suo centro natale, in cui parecchi cittadini avevano però del tutto perso la memoria del nostro eroe e di sua madre Francesca Serio, che io ho avuto modo di conoscere e frequentare da vicino nella federazione palermitana del Psi. Il compagno Antonio Matasso è dunque colui che in questi anni ha fatto riscoprire e ha custodito il ricordo di Carnevale e di mamma Francesca. Vengo a sapere che giusto a Capo d’Orlando è stato organizzato un convegno su Salvatore Carnevale a cui non sono stati invitati i socialisti dei Nebrodi e dove sono stati chiamati a partecipare tanti illustri accademici e intellettuali, tranne proprio il docente universitario locale Antonio Matasso, leader dei socialisti nebroidei ed organizzatore del Premio antimafia “Salvatore Carnevale”. Parimenti esclusa tutta la comunità socialista locale, legata alla diaspora del Psi e del Psdi. Per carità, anche grazie alle lotte contadine socialiste, oggi viviamo in democrazia e ciascuno è padrone di fare ciò che vuole e scegliere con chi relazionarsi. Alcuni diranno che Salvatore Carnevale e Francesca Serio sono figure che appartengono a tutti, ma io aggiungo che erano anche un uomo ed una donna orgogliosamente di parte, in quanto ostentavano sempre la loro militanza nelle file socialiste. Sarei curioso di sapere come reagirebbero certuni se noi socialisti commemorassimo Antonio Gramsci o Accursio Miraglia escludendo gli eredi del Pci da ipotetiche iniziative in loro onore. Vedo peraltro che taluni si sono appassionati alla figura di Carnevale solo dopo che il compagno Antonio Matasso ne ha rinverdito la memoria. E si sono accorti che ricorreva il centenario della sua nascita soltanto dopo che lo ha ricordato lo stesso Matasso, annunciando varie iniziative, tra cui quella da lui organizzata a Palazzo dei Normanni, in una Sala Rossa gremita. La commemorazione che abbiamo tenuto a Palermo è stata una cosa seria, perché si è svolta in presenza della “famiglia” di cui hanno fatto parte Turiddu Carnevale e sua madre. Lasciamo che sia l’opinione pubblica a individuare la differenza tra una manifestazione promossa dai “parenti” dell’eroe socialista galatese e altre iniziative meramente emulative, a Capo d’Orlando e pure altrove, da cui viene espunto ogni riferimento alla storia dei socialisti siciliani. Negli ultimi anni diversi soggetti hanno tentato di appropriarsi di icone socialiste cercando di portarle sotto le bandiere ora del Pd, ora di Rifondazione Comunista e persino di Forza Italia o dei 5 Stelle, tutti ambienti molto distinti e distanti da noi. Sono fiducioso che la gente saprà distinguere tra chi ha titolo ed autorevolezza per celebrare le battaglie socialiste per la libertà e chi ne mette in piazza delle versioni da “hard discount” e dei sottoprodotti che, nella sostanza, nulla hanno a che fare con il vissuto e con il presente del socialismo siciliano».
(nella foto la commemorazione ufficiale tenuta all’Ars dai socialisti)